venerdì 28 marzo 2008

piove sulle palme


Allora….vediamo….facciamo il punto della situazione, vediamo se ho capito bene.
Siccome il problema è il clima, il pericolo la desertificazione, l’ipotesi che si diventi anche noi terzo mondo alla ricerca di una goccia d’acqua in un deserto per noi nuovo e ostile, le amministrazioni locali hanno deciso di correre ai ripari piantando ovunque palme, palmenti e palmizi di ogni genere.
Intanto piove, piove alla perdiosanto.
In attesa che le palme crescano.....

lunedì 10 marzo 2008

la solita monnezza

Pensavo…..
Più che pensare, ricordavo…
La strada ha tagliato un mandorleto in fiore, sbocciato e ordinato verso il massimo della produzione. E ho ricordato.
Poi ho iniziato a pensare.
Noi figli di pseudo proprietari terrieri, nel senso che avevano la terra ma non la possedevano semplicemente perché erano altri a lavorarla. Gli altri erano contadini restati in paese mentre loro a fare i professionisti in città. Noi figli, dicevo, figli di famiglia con proprietà e sempre qualcosa da perdere, abbiamo un rapporto distorto con la realtà, maturiamo tardi l’attualità che ci resta sempre un po’ estranea, e restiamo sempre, in fondo al cuore, un po’ figli di proprietari terrieri, teneramente legati ad un’immagine lesiva di quando papà ci prendeva per mano e ci portava a vedere “la chiusa”, possibilmente senza sporcarci le mani, possibilmente senza infangarci le scarpe, a goderne l’ombra, i frutti, i colori e non ultimo in importanza, il senso della proprietà, che ci sarebbe da farci un lungo discorso.

Il senso della proprietà, inutile dirlo racchiudeva il senso del rispetto
Ci resta nel cuore questa cosa, anche quando siamo diventati di sinistra perché a intuito, era il modo migliore per rompere le palle a quei genitori, ma senza grandi convinzioni, con tutte le perplessità che si generavano dall’avere il motorino, il montone per l’inverno e gli zoccoletti del dottor Scholz per l’estate e per giusto ci sarebbe dovuto toccare l’eskimo al posto del K-way.
Poi qualcuno mi regalò un piccolo pastore belga e decisamente il mio posto era a destra, per decenza, per coerenza, senza rimpianti né morsi di coscienza.
E c’erano altri motivi per contestare la patria potestà, più sottili, più etici che politici.

Oggi non mi sento di destra e non mi sento di sinistra, e non perché, in scia al buon Fossati mi sento libera ma solo perché, a destra o a sinistra, mi rendo conto che c’è molta negligenza( a essere buoni) e incapacità e come la giri e come la volti ti ritrovi sempre e solo seppellito nella mondezza. Questo ha sostituito la finta, forse, buona educazione e il sussiego di un tempo, solo questo.

Per il resto è passato natale, carnevale e il festival di san remo, mi sono persa tante occasioni per dire la mia anche se l’ho pensata e probabilmente appuntata su qualche fogliettino volante, che rigorosamente è andato perduto. Però una cosa me la ricordo, sul festival di san remo. Quando è finito ho tirato un sospiro di sollievo, festival particolarmente difficile quest’anno, iniziato con il tragico ritrovamento dei fratellini di Gravina: alla fine ho pensato: però questo Pippo, nonostante tutto, è un gran professionista. Meglio di tanti nostri politici.


Un grazie a tutti quelli che continuano a pensarmi.