sabato 14 settembre 2013

absolute beginners, il maldestro grigoletto

E ora, è ora.
Mi è venuta finalmente voglia di andarmi a leggere "Delitto e Castigo". Questa smania inspiegabile la devo a quest'imbecille. Ché d'imbecille trattasi, e non di delinquente.

Il delinquente ( ma andrò per testi scientifici a cercar conferma) è quello che pianifica, con cinica, crudele e lucida ( a volte anche follia), non soltanto il delitto, ma anche la copertura, come dire....il mascheramento?, dell'assassino: alibi, cancellazione di tracce, alienazione del movente, confusione di elementi probanti. Insomma, mi sbaglierò, ma un minimo di lavoro "pulito" e preciso, secondo me al delinquente tocca farlo. Se gli riesce bene egli è un gran delinquente e difficilmente verrà scoperto, altrimenti è un improvvisatore e, trattandosi di vita umana, di cui evidentemente non deve avere molta scienza e coscienza, è un imbecille penoso, molto più vicino all'ebete che al cristiano pensante.

Prendiamolo in esame questo bell'idiota. Di mestiere fa il tiraacampà, nulla di grave in questo visto che interessa una larga fascia della popolazione, e s'inventa che cosa? Il volo. Il volo è un mestiere, fa l'istruttore infatti, il volo è un commercio, piccoli aerei da vendere e comprare in brasile. Il volo è un arte, quella di creare mondi paralleli da cui entrare e uscire di volta in volta con molta scioltezza e sufficenza: mondi inesistenti, fantastici, i mille  regni delle grandi balle che affliggono di solito i bambini che soffrono di solitudine e che, a volte, restano bambini e non imparano mai a distinguere il sogno dalla realtà.

Così, non sappiamo né come né quando, ( non interessa), conosce una giovane e molto bella hostes brasiliana, la convince a lavorare nella sua agenzia, nei suoi uffici, alle sue dipendenze: è già innamorato pazzo. Lei è giovane e bella, bella quasi quanto lui, spensierata come lui quando vola nei cieli limpidi tra le nuvole alte. Sfiorano i tetti delle case. Caracollano nel vento: libertà vo' cercando, ed emozioni.

Poco importa se lui ha già una moglie, una figlia e un'altra arriverà. Quella, è un'altra realtà.

Non voglio farla lunga sulla dedizione della prima, la disillusione della seconda, i sospetti, l'inganno, la rabbia, i chiarimenti, le reprimende, le scuse, le riconciliazioni (con la prima e con la seconda, magari in tempi e luoghi diversi): non siamo nati ieri, le tappe del fedigrafato le sappiamo tutti. Le diverse realtà, fino a quando non s'incontrano, fino a quando vivono su strati diversi, usano corridoi separati, si cibano di esperienze sconosciute le une alle altre, possono tranquillamente convivere, anche a costo di qualche slalom del tran tran quotidiano e qualche forzatura alla  logica. Ma quando queste realtà si scontrano è il disastro più totale.

Perché tutto funzioni ogni cosa deve stranamente restare al suo posto. La moglie deve fare la moglie, possibilmente accanto al telefono, anche sospettosa, meglio se gelosa, rompiballe ma leggermente ingrassata, a scanso di equivoci meglio un'altra gravidanza. L'amante è opportuno che faccia l'amante, che resti giovane e in grado di stare in elegante equilibrio sul tacco 12. Che non si sogni neanche di restare incinta e di voler così confondere le acque.

Confondere. Questa è la parola chiave. Quando le realtà si confondono si può anche perdere la testa. Chi è la bionda? Chi è la bruna? Chi è la madre dei miei figli....quali sono i miei figli...quanti? Panico.

Molte vite, sono una vita che non è per te.

Il panico è deleterio al delinquente. Il panico è per l'ebete, quello che non ha scienza e coscienza della vita umana. Neanche per la propria. Quello che non ha dignità, quello che pensa anche da adulto di essere il bambino nudo che gioca sulla spiaggia col suo pisellino.

Così quest'idiota perde la testa e in un impeto che non ha pari massacra quest'indizio di realtà che è uscita prepotentemente fuori bordo e che minaccia di distruggere le altre sue realtà pericolosamente tenute in bilico dall'abilità di pilota. E siccome ci crede davvero di essere abile, s'inventa un'altra storia fantastica: quella della ragazza fidanzata con un altro suo dipendente che scivola, cade, batte la testa e muore. E siccome, guarda caso, giusto quel giorno la caldaia era difettosa, il tutto esplode, come in un'apocalisse redentrice, non senza prima però aver provveduto all'acido, goffo tentativo a scapito delle minoranze extracomunitarie. Poi va a impartire lezioni di volo.

Perché lui è uno puntuale, con gli impegni e le fantasie. I suoi fantasmatici trascorsi sugli F16 non gli impediscono di lasciare tracce ovunque e indizi pesanti del suo coinvolgimento, solito pane per i RIS, sangue, impronte, DNA, con lo scontrino dell'acido basta un semplice appuntato, e poi frammenti di pelle sotto le unghie, graffi, impronte: la casa non scoppia, l' apocalisse non ripulisce tutto e non sorge un' alba risplendente foriera di  nuova vita abbacinante, magari con un ultraleggero che vola verso il filo dell'orizzonte.

Lui adesso è costretto su una sedia.
Davanti agli investigatori che ha sciattamente tentato di prendere per il culo, me lo immagino, ancora a cercare di crearsi alibi e giustificazioni, a cercare di restare a galla, ad arrampicarsi sugli specchi, con la meschinità dei vigliacchi, con la vigliaccheria dei meschini, come chi è piccolo e sogna di essere grande ma si rifiuta di crescere. Le sue realtà tessute col filo dell'immaginazione sono nel caos, probabile che presto anche la moglie sarà uno specchio rotto. Il suo piccolo aereo si è avvitato ed è precipitato, non più gioia, non più ebrezza, solo morte e sofferenza.

Ho bisogno di leggere Delitto e Castigo. Ho bisogno di leggere Dei delitti e delle pene.
Ho bisogno di capire se c'è pena che basti a chi gioca con la vita delle persone.
Se c'è quella redenzione. Se è possibile un'apocalisse.

O forse, più semplicemente, se c'è un corso, una scuola che t'insegna a riconoscere e smascherare il bambino che sulla spiaggia gioca col suo pisellino.