sabato 29 agosto 2015

wilma...........dammi la clava!


te la do io.....   in testa!



Catania, 29.08.2015

domenica 23 agosto 2015

funerali casamonica






al vaglio la posizione di caronte.........



sabato 22 agosto 2015

c'era una volta una mamma e la favola bella che ieri t'illuse

C'era una volta una donna, anzi una ragazza quasi donna quasi adulta.
Incontra un ragazzo, anzi un uomo, quasi sposato, quasi adulto.
Insieme ci danno dentro in un appartamento senza letto e senza sedie e lei a un certo punto resta incinta di un bel bambino, lui invece non ha più niente da fare.

La sera si ritrovano insieme, la ragazza_quasidonnadulta e l'uomo_quasiuomoquasiadulto e dopo aver mangiato la pizza e guardato un po' di tv, siccome lei è già rimasta  incinta di un quasibambino, non sanno bene come fare a fare passare quei nove mesi che servono a fare diventare il quasi_bambino un bel bambino vero in ossa e possibilmente anche carne.

La prima sera giocano a ramino, la seconda si fanno un panino, la terza provano a cercare nel cielo la costellazione del leone, la quarta fanno un puzzle, la quinta sera lui scopre che è divertente fare i ghirigori sulla pancia di lei ma lei si annoia, lui allora per divertirla fa il pagliaccio, racconta qualche barzelletta fa le facce e  addirittura una sera a casa con le trombette, fiori ad acqua e trik e trak. Ma lei non si diverte. Lui allora, avvilito e anche un po' risentito scende al market e questa volta torna a casa con l'acido e con un martello, non si sa mai.

Al processo diranno che la Chicco aveva chiuso per fallimento e Prenatal non era in zona, lei non aveva mai imparato a lavorare all'uncinetto, impegno troppo superfluo per una bocconiana e lui era troppo adulto e impegnato tra le donne  per il bricolage, l'attenuante però non convince i giudici che condannano la coppia a 14 anni di prigione che, se vogliamo nel dizionario dei delitti e delle pene di questo mondo giuridico sono tanti.

Passano i mesi e nove sono tanti, ad agosto nasce un bel bambino in una bella clinica ma arrivano subito i giudici vestiti di nero e dicono puntando il dito: questa quasi_donna che ha cercato di evirare un ex e sfigurato con l'acido un altro ex il figlio non lo deve vedere, non lo deve allattare, non lo deve neanche crescere: ci vorrà una famiglia per adottarlo e un'ordinanza che lo renda adottabile.

La quasi_donna dice: ma è mio figlio!

I giudici vestiti di nero dicono: il figlio sarà anche il tuo, ma te stai in galera e sei stata molto, molto cattiva di una cattiveria che non è congeniale alle mamme che, per definizione devono essere "buone". Per antonomasia buone.

Erano già pronti in un angolo i giudici vestiti d'azzurro, che chiamati dai nonni, quasi_nonni del bambino appena nato dicono: vabbè, ma in fondo che male c'è, una volta al giorno, almeno fin quando decisione decisa non viene presa il bambino dalla madre può essere visto e tenuto in braccio, la madre se vuole può anche piangere. Ma allattare no, questo no. Meglio di no.

E così la quasidonna_appenamamma inizia, una volta al giorno e circondata da assistenti e sociali, guardie e anche qualche infermiere a vedere il quasi figlio che, nel frattempo, in attesa che gli altri giudici decidano sull'adozione e una nuova veramamma e veropadre, può perfino essere riconosciuto dall'uomoquasiuomo.

Intorno intanto si è fatta la ressa: Chi urla: "non dategliela sta creatura, che non ha colpe". E chi: "dategliela sta creatura che non ha colpe!"

I giudici azzurri e i giudici neri confabulano, non sanno più cosa fare e chi accontentare: rimandare la donna in galera aspettando tempi migliori? accellerare i tempi dei processi? inasprire le pene? Mandare madre e figlio in una bella comunità per donne detenute? Nel dibattito intervengono insigni psicologi che descrivono i danni della separazione in culla e i danni del crescere con una madre che ha familiarità con l'acido muriatico e dimestichezza con martelli e coltelli, interviene l'uomo dell'osservatorio dei diritti umani: " che dire allora dei genitori che hanno avuto dimestichezza con le bombe, togliamo i figli anche a loro? Qualcuno del pubblico interviene timidamente: guarda che  a me la figlia l'hanno tolta perché la mettevo nuda nella vaschetta per il bagno....
Intervengono anche i giornalisti della carta stampata ai quali purtroppo è negata la bellezza del ruolo di moderatori e devono proprio dire la loro.


Darlo?  non darlo....? darlo o non darlo....darlo o non darlo...in adozione?...alla madre?...ai nonni? ...e per quanto tempo? Per quante volte? Decideranno i giudici. Sì, ma quali? Quelli del tribunale ordinario o quelli del Riesame? Quelli d'appello o quelli del tribunale dei minori? Quelli di Strasburgo o quello di lassù? Lassù...lassù....c'è un emissario pronto ad intervenire, ha già accolto casi gravi e più gravi, anche se lo psichiatra è pronto a giurare che sfigurare è più grave che uccidere.

E alla fine i giudici per metà decidono: il bimbo in casa famiglia la ragazza_saròmadre? in prigione, ma nonni e ragazzo_finalmentepadre potranno visitare il bimbo fin quando i giudici non prenderanno la decisione (definitiva?) sull'adozione. Vale a dire fin quando il bimbo non avrà fatto la prima comunione.

Intanto volano petali di rosa sulla capitale, mentre il cocoricò chiude per tre mesi quando già 28 giudici si sono recati con le loro cartelle sotto il braccio a interrogare napolitano al colle e i poliziotti a braccia incrociate e gambe larghe fanno la guardia ai bordi dei rave_party.